Il capello: il cambio di stagione
L’arrivo dell’autunno e la stagione estiva segnano un passaggio spesso problematico per il capello. È frequente notare una maggiore tendenza alla caduta, che spesso attribuiamo proprio al cambio di stagione. Ma cosa significa questo, esattamente?
Potremmo paragonare la caduta stagionale alla muta effettuata dagli animali. Fenomeni di questo tipo, comuni alla maggior parte dei mammiferi, sono mediati da fattori endocrini e da fattori ambientali, come la quantità di luce durante le ore diurne.
In particolare, nell’uomo vi sono due momenti principali in cui si verifica un ciclo di ricambio del capello. Alcuni studi dimostrano, infatti, che il picco massimo di caduta avviene intorno a novembre, dopo alcuni mesi in cui il follicolo è rimasto a riposo. Un secondo picco, di minore importanza, si ha in corrispondenza del periodo primaverile. L’estate, invece, sembra essere il periodo dove il capello raggiunge la massima lunghezza, per poi andare incontro a caduta.
Il naturale ciclo di muta del capello, tuttavia, può talvolta risultare problematico, qualora subentrino altri fattori, come lo stress e la quotidianità, rendendo la caduta più abbondante. Una adeguata attenzione alla cura del capello e all’assunzione di tutti gli elementi necessari al suo mantenimento in salute, può risultare in questi casi un valido supporto.